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28 maggio 2014

L'Uovo Meraviglioso di Dahlov Ipcar

Il mondo dei dinosauri affascina da sempre i bambini, e non solo. Un bel modo per esplorarlo è attraverso le pagine di The wonderful egg, libro del 1958 scritto e magnificamente illustrato da Dahlov Ipcar, appena uscito in Italia grazie a Orecchio Acerbo.






Nel cuore della giungla più di cento milioni di anni fa qualcuno ha deposto e abbandonato un bellissimo uovo. Chi è stato? Con ogni probabilità un dinosauro (erano ovipari), ma quale dei tanti? 
L'enorme Brontosauro o il Triceratopo dalle lunghe corna? No, forse uno Stregosauro con la schiena ricoperta di piastre ossee. E se fosse stato il ferocissimo Tirannosauro? 






Pagina dopo pagina scopriamo dinosauri più o meno conosciuti, pacifici e terribili, con descrizioni minuziose su com'erano fatti, quanto misuravano, dove vivevano e cosa mangiavano.







E l'uovo cosa contiene? Sorpresa: l'evoluzione.

L'estetica di questo libro è palesemente e felicemente vintage. Le illustrazioni della Ipcar hanno ancora un fascino e una vitalità che solo le opere dei grandi autori riescono a mantenere inalterati nel tempo. Bellissimi gli accostamenti cromatici.




 


Dahlov Ipcar, pressocché sconosciuta in Italia, è una nota artista americana oggi prossima ai 100 anni (è nata nel 1917). Nel corso della sua lunga carriera ha prodotto quadri, sculture, murales e oltre 30 libri per bambini, tra i più noti: The calico jungle, Deep see farm, The cat at nigth, World full of horses.

Aggiornamento di febbraio 2017. Dahlov Ipcar è scomparsa il 10 febbraio di quest'anno.

05 maggio 2014

Imperfetti e felici: I Cinque Malfatti di Beatrice Alemagna

Uno è bucato, un altro dorme sempre, poi c'è quello sbagliato dalla testa ai piedi, un altro ancora è capovolto e c'è anche il piegato in due; infine arriva il perfetto. 
Chi sono? I divertenti protagonisti de I Cinque Malfatti, l'ultimo bellissimo albo illustrato di Beatrice Alemagna, edizioni Topipittori.




E' tra i libri più recensiti del momento e trovo difficile aggiungere osservazioni che già non siano state fatte, tuttavia tengo in particolar modo ad ospitarlo nel mio blog perché lo considero un'opera importante a cui auguro di diventare un classico, utilizzato in scuole e laboratori. Inoltre, le illustrazioni, divertenti e ricche di particolari, lo rendono adatto anche ai più piccoli.





I Cinque Malfatti tratta con grande ironia e intelligenza il tema, a me particolarmente caro, dell'imperfezione e dell'errore. Lo affronta da una prospettiva giustamente “rovesciata” dove il perfetto rimane solo ad annoiarsi, chiuso nei suoi schemi, mentre quelli “sbagliati” si divertono, capovolgono il mondo, lo cambiano e scoprono che anche i difetti sono importanti.






Più volte nei laboratori mi è capitato di osservare come bambini bloccati nella loro creatività dalla paura di sbagliare finiscano per riproporre solo stili e forme già conosciute, stereotipate, approvate dal mondo adulto.
La sperimentazione, in quanto portatrice di possibili errori, è rifiutata. 

Il risultato quasi inevitabile, però, è la noia. Così, mentre il resto dei bimbi ride, pasticcia, si diverte, apprende e non vorrebbe più smettere, quello che si trattiene, una volta proposto ciò di cui si sente sicuro, si ferma e in qualche modo rimane solo. 

Il finale del libro, con il Perfetto desolato, chiuso nella stanza mentre gli altri escono all'aria aperta contenti e felici, rende molto bene questo stato.





Insomma, la volontà di perfezione va combattuta perché è una gabbia che ci rende immobili, incapaci di vivere a pieno e di apprendere, in altre parole rischia di trasformarci, cito, in “perfetti stupidi”.

Della stessa autrice anche Che Cos'è un Bambino? e Un Leone a Parigi.

07 marzo 2014

Tompusse illustrato da Carlo Bisi

Nei primi anni Trenta, la casa editrice Utet pubblicò nella nota collana Scala d'Oro dedicata ai ragazzi, tre libri che avevano come protagonista un avventuroso ragazzino di nome Tompusse (dal francese Tom Pouce, Tom Pulce ovvero Pollicino). I testi portano la firma di Mario Buzzichini, mentre le meravigliose illustrazioni sono opera di Carlo Bisi, uno dei grandi disegnatori italiani della prima metà del Ventesimo secolo. Bisi è famoso, in particolare, per aver inventato il celebre fumetto di Sor Pampurio, storica striscia del Corriere dei Piccoli.
I tre volumi sono: Tompusse e le Bestie, Tompusse e i Mestieri (entrambi del 1932), Tompusse e il Romano Antico del 1933. Tutti presentano tavole in bicromia alternate a tavole a colori.




Tompusse e le Bestie fu il primo ad essere pubblicato.
E' l' unico dei tre che non ho avuto la fortuna di vedere dal vero. A quanto pare racconta la storia di Tompusse inviato per il mondo dalla casa di produzione Panzana Film, con il compito di girare un documentario sugli animali.






Ho scoperto Tompusse in uno degli incontri sull'albo illustrato che si tengono una volta al mese alla biblioteca Civica Centrale di Torino. Alessandra Teatini, una cara amica, possiede le prime edizioni degli ultimi due libri e le ha portate. Per me è stato come poter sfogliare dei tesori.







Amo i colori di queste illustrazioni e il loro tratto stilizzato, così come l'impaginazione, splendida, che alterna con grande armonia pieni e vuoti, movimenti orizzontali, verticali e in diagonale, figure incorniciate a figure in libertà, rendendo il tutto allo stesso tempo giocoso ed elegante, mai noioso.








In Tompusse e i Mestieri, il protagonista affronta insieme alla sorellina Pippoletta e al cagnolino Malosso un viaggio nel paese dei balocchi, dove si improvviserà pompiere, vigile, tassita, palombaro, marinaio, ecc per poi scoprire che il mestiere più bello è quello dello scolaro.



Nel terzo ed ultimo volume, un antico guerriero romano, accompagnato da Tompusse e Pippoletta, passeggia per la Roma moderna (siamo in pieno ventennio fascista). Si confronterà  in modo traumatico con le invenzioni tecnologiche del tempo, come le auto, il cinema, il telefono, il grammofono e le macchine industriali per poi decidere infine di tornare alla sua epoca.




In questo libro le illustrazioni risentono fortemente degli influssi del futurismo (a cui Bisi aderì) e di una certa iconografia russa del tempo.






L'ultima pagina si distacca in modo deciso dalle precedenti, per colori e stile sembra appartenere ad una altro libro ma io la trovo ugualmente molto bella.


Le immagini contenute in questo post sono state prese, per la maggio parte, da Indire preziosissima banca dati per la didattica.
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